Quando esplose, l’orologio più grande del mondo produsse un rombo che fece il giro del pianeta. Eppure oggi, circa un mese dopo, nessuno ricorda nulla. Cioè, non proprio nessuno. Io, per dire, ricordo. Ma sono l’unico, forse. Altri come me, finora, non ne ho conosciuti. O magari sì, non saprei. Da allora, comunque, la realtà sembra, come dire, un po’ più strana. Succede qualcosa, ma, al tempo stesso, nulla cambia; come se quel qualcosa avesse avuto luogo in una dimensione immaginaria. In media, in meno di un mese penso di aver dubitato delle mie percezioni una dozzina di volte al giorno. Lunedì scorso, per esempio, per qualche ora ho creduto che l’immaginazione fosse la realtà, la realtà l’immaginazione.