Un mio vicino di casa vive di complotti, ne è assuefatto. È fatto così, Marco: trova sempre una spiegazione a tutto, per quanto improbabile o, nel più estremo dei casi, insensata. Ma ultimamente Marco è cambiato: la direzione del suo ragionamento si è come invertita. Prima, vedeva un problema, o quello che per lui era un problema, e come spiegazione elaborava l’ennesimo complotto; ora, invece, i complotti rappresentano per lui solo la premessa, sono scontati, autoevidenti, non meritano tempo, nemmeno il suo. La sua mente, adesso, è tutta sulla creazione del problema, sulla situazione che lo giustifica. Marco è diventato il proprio peggior nemico. Stamattina, è passato a trovarmi. Davanti a un caffè, ha detto che a un certo punto la sua tazzina si sarebbe svuotata, che anzi la tazzina, di fatto, era già vuota. Si è alzato senza nemmeno bere, ha fatto cadere la tazzina dal tavolo, ha detto che la lobby del caffè avrebbe sistemato tutto ed è andato via.
mi cade la mascella…
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